Scrittore provenzale. Dopo aver compiuto studi classici e giuridici, si
dedicò all'attività letteraria, interessandosi in particolare al
problema della conservazione e della rinascita delle tradizioni e della cultura
provenzale. Dopo l'esordio nella raccolta collettiva
Li
prouvençalo (1851), insieme ad altri sei poeti (fra i quali J.
Roumanille), nel 1854 fondò il movimento del Felibrismo
(V.), che diresse a lungo: riuscì a
mantenerne il carattere esclusivamente letterario e poetico e ad escludere
qualsiasi ingerenza di tipo politico, nonostante la presenza di Maurras,
impegnato politicamente. Il capolavoro di
M. è considerato il
giovanile romanzo in versi
Miréio (1859, Mirella), al quale fecero
seguito numerose raccolte di versi, tutte in lingua occitanica:
Calendau
(1867),
Lis isclo d'or (1975, Le isole d'oro),
Nerto (1884),
Lou pouèmo dou Rose (1897, Il poema del Rodano).
M. si
dedicò anche alla scrittura teatrale con la tragedia
La Rèino
Jano (1890, La regina Giovanna) e alla prosa con il volume
Mon espelido,
memòri e raconte (1906, Memorie). Nel tentativo di elaborare una
precisa codificazione lessicale e ortografica della lingua provenzale
M.
compì anche importanti studi linguistici, raccolti nel vocabolario
franco-provenzale
Lou trésor dou félibrige (1878-86, Il
tesoro del felibrismo); nel 1899 fondò ad Arles il Museo arelatense, nel
quale raccolse numerose testimonianze del folclore provenzale. Nel 1904 fu
insignito del premio Nobel per la letteratura (Maillane, Bocche del Rodano
1830-1914).